lunedì 23 febbraio 2015

#2 Maniaxxx - Exorcizm



 Splash! Bang! Vroom!
Why Plastic Swans Should Have No Dream? pt One
Galaxy Express
Moose Teens
Ted
Powaqa
Why Plastic Swans Should Have No Dream? pt Two
Waves In A Black Cofee
Tropical Death



Continua la saga “tribale” dei Maniaxxx, dallo sciamanismo all'esorcismo. E ce n'era bisogno, perché ora che i rituali quotidiani oscillano tra smartphone, spippolamenti su uassap, selfie & minchiate variæ, forse la cosa migliore da fare è regredire ad uno stadio più ancestrale e sostituire le nuove abitudini con i vecchi riti.
Vi chiederete, infatti, che cosa c'entrino in questa piccola classifica di emergenti torinesi i Maniaxxx. Prima di gente come Johnny Fishborn, che sembra essere stato il fenomeno italiano dell'anno precedente, dei Rouse Project di Esma e dei Circle, anch'essi ritratti dalla stampa (ma di questo abbiamo già avuto modo di parlare) come se fossero i nuovi Alt J italiani. Fatevi questa domanda, o forse fareste meglio a passare dalle parole ai fatti ed a correre ad ascoltare la musica di questi cinque pazzoidi.
Il motivo per cui premio così tanto la proposta dei Maniaxxx è da ricercarsi nel fatto che non suonano proprio nulla di nuovo, ma la loro musica ricorda un cocktail irresistibile fatto di Beach Boys, alcool e metanfetamine.

Pubblicare un album come il loro, investire quanto hanno investito loro in un disco del genere, ai giorni nostri, richiede coraggio. Quando ti affacci al mondo musicale con una proposta di questo tipo, generalmente ti sputano in faccia, ti recensiscono malissimo, ti bandiscono dai concorsi e così alla fine ti ritrovi a suonare qualche cagata alla Coldplay perché, in un modo o nell'altro, la psichedelia ce l'hai nel cuore e del delay non riesci proprio a fare a meno. I Maniaxxx, invece, hanno tirato dritto fino ad adesso, eretto tergiscristalli adatti per ripararsi dagli scaracchi e si sono messi faticosamente all'opera, regalandoci un esordio che sa di ascelle sudate quanto una classe delle medie dopo l'ora di educazione fisica. Tralasciando il fatto che questi ragazzi partono comunque avvantaggiati, perché nel loro genere ci sguazzo, la loro proposta musicale resta indiscutibilmente affascinante. Anche dal punto di vista estetico.


Exorcizm è un album ribelle, fatto di recuperi garage (13th Floors Elevators, Chocolate Watchband per intenderci), urla adolescenziali, caos (Splash! Bang! Wroom!, Galaxy Express), momenti tarantiniani (Moose Teens) e giri di accordi tanto scontati da risultare quasi ridicoli (Moose Teens, Powaqa, Ted) ma non per questo meno irresistibili.

 
Quello che hanno capito i Maniaxxx, ed a cui hanno rinunciato la maggior parte delle band del momento, troppo fissate con l'indie-new wave, tutto forma e niente sostanza, è che in una canzone quello che conta è la passione che ci metti. Un buon pezzo è fatto di intuizione e nel migliore casi rappresenta la trasposizione di un sentimento, o di un impulso, in una melodia o in un ritmo: tutto il resto sono menate da tecnici del suono. 
Il rock maniaxxxcale è un grido contro la morte, un inno alla gioventù come forza vitale, a Dioniso in senso nietzschiano ed a tutte le feste orgiastiche. Per questo motivo spacca così tanto il culo, suona come un implicito invito/ordine a svegliarsi e a vivere, senza guardarsi indietro, evitando i rimpianti, gettandosi nella prima cosa sottomano a cui valga la pena di aggrapparsi per dare un senso alla nostra caduca e miserabile esistenza. L'intro dell'album, scandita da cambi di tempo tanto improbabili da ricordare certe soluzioni di Zorn o dei Mr Bungle, è un vero e proprio capolavoro che passerà inaspettato, come sempre succede, alla critica ed ai fan, ma è la miglior apertura che potessi aspettarmi da un disco di questo tipo.

Il buon musicista sa che è meglio non strafare, e forse possiamo definire i Maniaxxx come dei buoni musicisti in questo senso, perché, nonostante la loro frenesia, i titoli improbabili (Why Plastic Swans Should Have No Dreams?), le loro composizioni sono tanto semplici e caotiche che al tempo stesso elegantemente studiate in modo da evitare di generare strutture ridondanti o noiose. Exorcizm si può apparentemente presentare come un insieme improbabile di canzonette, ma in realtà pesca a piene mani dalle migliori muse che si possono avere di questi tempi: Queens Of The Stone Age, Sonic Youth, Nick Cave, Flaming Lips, Steppenwolf, ritagliandone solo le idee essenziali per arricchire un sound forse non troppo originale ma inequivocabilmente fresco, asciutto ed efficace.
I pezzi scorrono nel mangianastri come un flusso inesorabile e senza controllo, al quale è impossibile sottrarsi, che scansa senza difficoltà gli ostacoli della noia o della monotonia. Anche i momenti più lenti (Waves In A Black Coffee, Ted) sono in delicato, per quanto intuitivo nell'approccio adolescenzial-tribale, equilibrio tra psichedelia e melodia, drammaticità ed ironia.
Insomma, se siete familiari col genere, e vi piace, non esitate ad ascoltare questo piccolo cofanetto. Se vi danno fastidio i feedback e preferite le pizzose strutture ABAB o ABBA, invece, guardate pure cos'hanno da offrire i gradini inferiori di questa classifica.
Per quanto mi riguarda, di questo disco s'è parlato fin troppo. Adesso accendiamo un falò, spariamo questa musica a tutto volume e cominciamo a danzare sorseggiando una ciotola di amaro ayahuasca.
L'unica pecca di questo disco? 29 minuti sono un po' pochini. Ho ascoltato ep più lunghi.

VOTO: 70

Luigi Gritella – Voce e chitarra 
Matteo Givone – Chitarra e voce 
Alain Porliod – Basso e voce 
Francesco Musso – Batteria e percussioni 
Andrea Laface – Chitarra e voce.

Facebook

Nessun commento:

Posta un commento