Splash! Bang! Vroom!
Why Plastic Swans Should Have No Dream? pt One
Galaxy Express
Moose Teens
Ted
Powaqa
Why Plastic Swans Should Have No Dream? pt Two
Waves In A Black Cofee
Tropical Death
Continua la saga “tribale” dei Maniaxxx, dallo sciamanismo all'esorcismo. E ce n'era bisogno, perché ora che i rituali quotidiani oscillano tra smartphone, spippolamenti su uassap, selfie & minchiate variæ, forse la cosa migliore da fare è regredire ad uno stadio più ancestrale e sostituire le nuove abitudini con i vecchi riti.
Vi chiederete, infatti, che cosa
c'entrino in questa piccola classifica di emergenti torinesi i
Maniaxxx. Prima di gente come Johnny Fishborn, che sembra essere stato il fenomeno italiano dell'anno precedente, dei Rouse Project di Esma e dei Circle, anch'essi ritratti dalla stampa (ma di questo abbiamo già
avuto modo di parlare) come se fossero i nuovi Alt J italiani. Fatevi
questa domanda, o forse fareste meglio a passare dalle parole ai
fatti ed a correre ad ascoltare la musica di questi cinque pazzoidi.
Il motivo per cui premio così tanto la
proposta dei Maniaxxx è da ricercarsi nel fatto che non suonano proprio
nulla di nuovo, ma la loro musica ricorda un cocktail irresistibile fatto di Beach Boys, alcool
e metanfetamine.
Pubblicare un album come il loro,
investire quanto hanno investito loro in un disco del genere, ai
giorni nostri, richiede coraggio. Quando ti affacci al
mondo musicale con una proposta di questo tipo, generalmente ti sputano in faccia, ti
recensiscono malissimo, ti bandiscono dai concorsi e così alla fine ti
ritrovi a suonare qualche cagata alla Coldplay perché, in un modo o
nell'altro, la psichedelia ce l'hai nel cuore e del delay non riesci proprio a fare a meno. I Maniaxxx, invece, hanno
tirato dritto fino ad adesso, eretto tergiscristalli adatti per ripararsi dagli scaracchi e si sono messi faticosamente all'opera, regalandoci un esordio che sa di ascelle sudate quanto una
classe delle medie dopo l'ora di educazione fisica. Tralasciando il
fatto che questi ragazzi partono comunque avvantaggiati, perché nel loro genere ci
sguazzo, la loro proposta musicale resta indiscutibilmente affascinante. Anche dal punto di vista estetico.
Exorcizm è un album ribelle, fatto di
recuperi garage (13th Floors Elevators, Chocolate Watchband per intenderci), urla
adolescenziali, caos (Splash! Bang! Wroom!, Galaxy Express), momenti
tarantiniani (Moose Teens) e giri di accordi tanto scontati da
risultare quasi ridicoli (Moose Teens, Powaqa, Ted) ma non per questo
meno irresistibili.
Quello che hanno capito i Maniaxxx, ed a cui
hanno rinunciato la maggior parte delle band del momento, troppo
fissate con l'indie-new wave, tutto forma e niente sostanza, è che
in una canzone quello che conta è la passione che ci metti. Un buon pezzo è fatto di intuizione e nel migliore casi rappresenta la trasposizione di un sentimento, o di un impulso, in una melodia o in un ritmo: tutto il resto sono menate da tecnici del suono.
Il rock maniaxxxcale è un grido contro la morte, un inno alla gioventù come forza vitale, a Dioniso in senso nietzschiano ed
a tutte le feste orgiastiche. Per questo motivo spacca così tanto
il culo, suona come un implicito invito/ordine a svegliarsi e a vivere, senza guardarsi indietro, evitando i rimpianti, gettandosi nella prima cosa sottomano a cui valga la pena di aggrapparsi per dare un senso alla nostra caduca e miserabile esistenza. L'intro dell'album, scandita da cambi di tempo tanto
improbabili da ricordare certe soluzioni di Zorn o dei Mr Bungle, è
un vero e proprio capolavoro che passerà inaspettato, come sempre succede, alla critica ed ai fan, ma è la miglior apertura che potessi aspettarmi da un disco di questo tipo.
Il buon musicista sa che è meglio non
strafare, e forse possiamo definire i Maniaxxx come dei buoni musicisti in questo senso, perché, nonostante la loro frenesia, i titoli improbabili (Why Plastic Swans Should Have No Dreams?), le loro composizioni sono tanto semplici e caotiche che al tempo stesso elegantemente studiate in modo da evitare di generare strutture ridondanti o noiose. Exorcizm
si può apparentemente presentare come un insieme improbabile di canzonette, ma in
realtà pesca a piene mani dalle migliori muse che si possono avere
di questi tempi: Queens Of The Stone Age, Sonic Youth, Nick Cave,
Flaming Lips, Steppenwolf, ritagliandone solo le idee essenziali per arricchire un sound forse non troppo originale ma inequivocabilmente fresco, asciutto ed efficace.
I pezzi scorrono nel mangianastri come un flusso inesorabile e senza controllo, al quale è impossibile sottrarsi, che scansa senza difficoltà gli ostacoli della noia o della monotonia. Anche i momenti
più lenti (Waves In A Black Coffee, Ted) sono in delicato, per quanto
intuitivo nell'approccio adolescenzial-tribale, equilibrio tra
psichedelia e melodia, drammaticità ed ironia.
Insomma, se siete familiari col genere, e vi
piace, non esitate ad ascoltare questo piccolo cofanetto. Se vi danno fastidio i feedback e preferite le pizzose strutture ABAB o ABBA,
invece, guardate pure cos'hanno da offrire i gradini inferiori di questa
classifica.
Per quanto mi riguarda, di questo disco s'è parlato fin troppo. Adesso accendiamo un falò, spariamo questa musica a tutto volume e cominciamo a danzare sorseggiando una ciotola di amaro ayahuasca.
Per quanto mi riguarda, di questo disco s'è parlato fin troppo. Adesso accendiamo un falò, spariamo questa musica a tutto volume e cominciamo a danzare sorseggiando una ciotola di amaro ayahuasca.
L'unica pecca di questo disco? 29 minuti sono un po' pochini. Ho ascoltato ep più lunghi.
VOTO: 70
Luigi Gritella – Voce e chitarra
Matteo Givone – Chitarra e voce
Alain Porliod – Basso e voce
Francesco Musso – Batteria e percussioni
Andrea Laface – Chitarra e voce.
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VOTO: 70
Luigi Gritella – Voce e chitarra
Matteo Givone – Chitarra e voce
Alain Porliod – Basso e voce
Francesco Musso – Batteria e percussioni
Andrea Laface – Chitarra e voce.
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