mi sono rotto il cazzo del più grande
partito riformista d'europa
del facciamo quadrato nel grande centro nei girotondi
del partito dell'amore
del governo ombra
del facciamo quadrato nel grande centro nei girotondi
del partito dell'amore
del governo ombra
Mi chiedevo che forma avrebbe avuto il
rock di protesta in quest'epoca fatta di synth, pantaloni coi
risvoltini e suoni laccati. Le formazioni di sinistra hanno sempre
tardato ad aggiornarsi, o almeno, sono sempre rimaste eroicamente
restie, forse anche stupidamente, all'adeguarsi alla moda del
periodo.
Se il PD può essere considerato come una forma
aggiornata e modificata del vecchio partito, scarnificata di tutte
quegli argomenti ingombranti e muffosi come, ad esempio, la tutela
del mondo del lavoro, l'articolo 18 ed il valore del laicismo, come risposta alla presa d'atto che il berlusconismo è ormai indelebilmente
radicato nella nostra cultura, è necessario che, parallelamente, anche il
rock protesta si adegui ai tempi: non si può certo continuare all'infinito coi Modena
City Ramblers e la Banda Bassotti!
Ecco quindi che ci
siamo ritrovati davanti i Managament Del Dolore Post Operatorio e gli
Stato Sociale, in cui i drammi quotidiani della nostra traballante
democrazia vengono finalmente raccontati in mezzo a synth dal sapore
anni 80 e ritmi dance. Mentre però i primi vanno a toccare temi
tanto cruciali quanto drammaticamente attuali facendosi voce della
disperazione del mondo giovanile (Norman, Signor Poliziotto,
Irreversibile) con un approccio di petto scontroso, come se volessero
farse da voce ad una rivoluzione imminente, i secondi guardano allo
stato delle cose attuale con una ironia amara e disincantata.
In
questo senso, sono proprio gli Stato Sociale ad essere la vera voce
di questa generazione, la Mia generazione. Gli Stato Sociale, proprio
come il PD, ed a differenza dei Management, hanno capito che non
esiste più nessun tipo di valore a cui sia possibile aggrapparsi, per cui ogni forma di protesta è inutile, la democrazia è arrivata al
suo fallimento e quindi chi finge di ignorarlo, solitamente, è solo
un arrivista ipocrita. La libertà d'espressione dell'individuo, tutto
sommato, rimane intatta ma, in merito al cambiamento, l'individuo ormai non
ha più alcuna voce in capitolo. L'unica cosa che rimane da
fare, esattamente come i politici del PD, immobilisti intransigenti,
è lamentarsi. La denuncia non cambierà nulla, ma per lo meno,
permetterà lo sfogo. Non mi ricordo più chi lo scrisse, ma da
qualche parte lessi (forse era un post di twitter) :
Noi negli anni
70 avevamo Guccini ed il Partito Comunista, voi avete il PD e gli Stato
Sociale.
Benvenuti negli anni duemilaedieci.
L'unica certezza che hanno gli Stato
Sociale è il promettente futuro come benzinai ed io, personalmente,
li vedrei sicuramente più abili alla pompa della benzina, piuttosto
che a suonare un qualsiasi tipo di strumento. Il motivo per cui mi
sono rifiutato per molti anni di avvicinarmi alla musica degli Stato
Sociale è che ritenevo, avendo ricevuto una minima formazione
musicale, che fossero completamente avulsi al concetto di melodia,
oltre che dei completi incompetenti, stonati come delle campane. E
non è che avessi del tutto torto. Quello che non mi rendevo conto è
che i loro testi hanno un effetto incredibilmente rassicurante, come
se raccontassero esattamente tutte quelle osservazioni che avrei
sempre voluto fare sugli atteggiamenti dei miei coetanei, o sul mondo
della musica, o della politica e che, in un modo o nell'altro, avrei
sempre sperato di ascoltare da parte di qualcuno.
In un certo senso, queste riflessioni
dello Stato Sociale mi ricordano Crozza. La maggior parte di noi
aspetta il martedì o il venerdì sera per aspettare la satira di
Crozza sulla copertina di Dimartedì o per la puntata di Crozza Nel
Paese Delle Meraviglie. Riconosco che lui sia bravissimo: è sicuramente uno dei
comici più dotati ed intelligenti degli ultimi vent'anni, ma è solo
un palliativo, quasi fastidioso nel suo essere così facilmente
accondiscendente col giudizio dell'ascoltatore.
Crozza manca di
quell'aggressività e di quella sfrontatezza di cui erano dotati una
Sabina o un Corrado Guzzanti, o il grandissimo Luttazzi (il quale,
infatti, è stato cannato subito), perché è troppo interessato a
strappare un sorriso dei personaggi che mette alla berlina.
Inoltre,
non scava poi più di tanto, lasciando fuori quelle verità amare e
scomode che, ad esempio, sono messe in luce in luce dagli attori de
Il Segreto Di Satira.
La satira di Crozza è come una
camomilla notturna, coccolosa e rilassante, adatta a
chi vuole rilassarsi dopo una giornata di duro lavoro e vorrebbe
sentirsi dire quello che pensa prima di andare a dormire per poter fare sogni tranquilli.
E sapete chi è il responsabile di
tutto questo scempio? Nanni Moretti. Un regista che avrà girato sì
e no nella sua vita un paio di film decenti ed un attore pessimo,
incapace di impersonare qualsiasi tipo di ruolo se non quello di sé
stesso (non è un caso che Ecce Bombo, che è un
piccolo capolavoro, ebbe un successo inaspettato: neanche lo stesso
regista capì dove ci avesse azzeccato).
Avete presente il tipo di
critica sociale che fa Nanni Moretti? Pensate ad Habemus Papam.
Tralasciando il ruolo di Moretti come psicologo, che è tutto tranne
che credibile, pensate alla trama. C'è un Papa in crisi che scappa
dalla Santa Sede per cercare di riscoprire sé stesso e la sua
passione per la recitazione. Il tema è delicatissimo, specialmente per
un film italiano, ma ancor più delicato il modo in cui viene
trattato: il risultato è una commediuola che gira intorno ad una scena clue che mostra una improbabile partita a pallavolo tra cardinali. Ed Il tanto chiacchierato Caimano? Un film che
avrebbe dovuto essere una denuncia alla figura di Berlusconi che si
risolve con la rappresentazione di un film dentro ad un film: al
confronto, Elianto (S. Benni) sembra il Manifesto di Marx ed Engels.
Nanni Moretti è colpevole di aver
gettato le basi per una satira priva di satira, di aver rappresentato per una comunità artistica un modello negativo, rendendosi autore di una serie di produzioni scipite che accarezzano temi importanti sfruttandone la portata mediatica a scopo pubblicitario per poi cedere di fatto la trama a delle storielle abbastanza banalotte sulla vita di coppia. Nanni Moretti ha insegnato alla comunità artistica come poter assumere atteggiamenti "impegnati" e sfruttarli come facciata, e così ci ritroviamo ad avere a che fare con una generazione di attori da cabaret, registi, fumettisti e musicisti che si ricoprono di uno velo di spessore intellettuale pur nella completa incapacità
di mettere a fuoco i reali problemi e le inettitudini della società
contemporanea, e da qui la satira “da buffetto” di Crozza ed i
testi “da reclamo” degli Stato Sociale.
Ricordo che la prima volta che
sentii di dovermi adeguare ai tempi, e cioè di sorbirmi almeno una
mezzoretta di Stato Sociale per capire quali fossero i pezzi più
famosi, fu quando uscivo con una ragazzina di Torino, una cavallona
alta più di un metro e ottanta, con delle poppe a una prima occhiata
sode come il marmo e lunghi capelli castani. Mi chiedevo anch'io come
mai mi ritrovassi (quasi) tra le mani qualcosa di così bello (e così
grosso), ma lei veniva da una cittadina più piccola e lontana, aveva
ancora pochissimi amici, non usciva mai a ballare e, per non
affrontare l'evidenza di essere una persona insopportabilmente
noiosa, si costruiva la vita sociale saltando da una riunione di un
collettivo studentesco sinistrorso all'altro. Non che a prima vista
sembrasse una rivoluzionaria. Non avrei saputo distinguerla da una
ciellina, se non per l'aria dolorante che quest'ultime sembrano
manifestare nel fondoschiena. In un modo o nell'altro, sembrava che le
stelle fossero a mio favore ed i miei conquilini mi assicuravano che
questo donnone apparentemente casto e privo di vizi avesse, senza
mezzi termini, espresso pubblicamente di volersi intrattenere col mio
pennacchio, così cominciai ad invitarla per prendere un innocuo
caffé, sebbene ogni volta mi ritrovassi davanti la stessa scusa,
ossia quella del Collettivo. Mi sembrava di provarci con una boy
scout. Mi chiedevo quale fosse l'occasione gli studenti di sinistra
escono dalle loro riunioni dove, dietro la pretesa - di pura facciata
- di fare attivismo politico, cercano di passare finalmente
dall'onanismo perpetuo almeno al pompino senza ingoio. Poi quest'occasione me la
ritrovai davanti: il concerto degli Stato Sociale.
Ora, nonostante gli Stato Sociale
dicano
mi sono rotto il cazzo della critica
musicale
non siete Lester Bangs
non siete Carlo Emilio Gadda,
si fa fatica a capire cosa scrivete
bontà di dio
avete dei gusti di merda
non siete Lester Bangs
non siete Carlo Emilio Gadda,
si fa fatica a capire cosa scrivete
bontà di dio
avete dei gusti di merda
e
nonostante io, in effetti, abbia la pretesa di giocare ad impersonare
Lester Bangs sebbene, a differenza di intelletualoidoni come quelli di
Ondarock, credo di esprimermi in un linguaggio piuttosto semplice,
man mano che scrivo mi rendo conto che tutto
quello che ho pubblicato finora, tutte le critiche che ho fatto anche nei
precedenti post, in un modo o nell'altro, le ritrovo anche nelle loro
canzoni: ivi
inclusa la cavallona che mi ritrovai a poter incontrare solo accettando il compromesso
del concerto degli Stato Sociale.
Al tempo
non andai, perché avevo un'etica di ferro e non ritenevo valesse la
pena di buttare via dei soldi per gli Stato Sociale, tanto meno per
assecondare le esigenze di quella tiracazzi. Oggi, col senno di poi,
non solo andrei a sentire un concerto degli Stato Sociale, perché
sono sicuro che sarebbe piuttosto divertente, ma andrei a sentire
anche Donatella Rettore, pur di uscire con una ragazza di quel genere
e di avere la possibilità di mandarla a fare in culo di persona.
Giusto per appagare la vostra curiosità (ormai, vi ho già detto
quasi tutto): smisi di uscire con quella ragazza perché mi ero rotto
il cazzo di correrle dietro e la lasciai perdere, almeno finché non
mi capitò d'incontrarla per puro caso prima di partire per un lungo
viaggio.
mi sono
rotto il cazzo degli esperimenti del frequentiamoci ma senza impegno
stiamo insieme ma non vediamoci che poi ho paura
anzi vediamoci quanto ci pare ma vediamoci in compagnia
mi sono rotto il cazzo dei codardi con l'amore degli altri
stiamo insieme ma non vediamoci che poi ho paura
anzi vediamoci quanto ci pare ma vediamoci in compagnia
mi sono rotto il cazzo dei codardi con l'amore degli altri
Quella
sera ebbi l'impressione di piacerle davvero molto, dato che l'amica
che l'accompagnava disse che aveva un impegno e si defilò circa
dieci minuti dopo che cominciammo a parlare, lasciandoci
appositamente soli. Nel corso della serata scoprii che da tempo stava
cercando di mettere le mani su uno dei pezzi grossi del movimento
studentesco, un tipo 28enne fuori corso (dalla triennale!!!) coi
capelli già abbastanza bianchi ma che in compenso pare avesse un posto di rilievo nel Coordinamento Studentesco Nazionale, o qualcosa del genere. Insomma, sono a mala pena svezzate e già
fanno inciuci all'interno del movimento come se fossero membri delLa Famiglia Winshaw (J.Coe). E questa ragazza dovrebb'essere una femminista,
una pseudocomunista, una futura politica, una piccola speranza per la
nazione. Infatti io, ormai
mi sono
rotto il cazzo [...]dei giovani di sinistra, arrivisti, bugiardi,
senza lode
gente che in una gara di idiozia riuscirebbe ad arrivare secondo
gente che in una gara di idiozia riuscirebbe ad arrivare secondo
Gli
stessi giovani di sinistra che, a quanto pare, incapaci di capire
quanto stiano loro sul cazzo, sono il principale pubblico degli Stato
Sociale. Perché la musica degli SS, in fondo, è da ballare e possiede quell'alone di impegno sociale adatto ad una serata adatta a distendersi, ma senza sentirsi troppo distanti dalla "politica". Del genere:
“Il mondo fa cagare? Non ci pensare”: Lalalala! Peppereppe! Uo oh oh! Fiki fiki!
“Il mondo fa cagare? Non ci pensare”: Lalalala! Peppereppe! Uo oh oh! Fiki fiki!
Eh, cari
Stato Sociale, tutto sommato siete un bel branco di giovinetti simpatici e per voi dev'essere proprio dura dover dipendere da ciò che si
odia, ma è proprio quel pubblico che odiate che vi mantiene. In
fondo, non siete neanche poi messi come male, se pensate che c'è
chi, come me, che si deve accontentare della vostra musica del cazzo
ed è troppo pigro (o troppo poco capace di mettersi in gioco) per
mettersi all'opera e creare una valida alternativa.
Sono magre consolazioni e deboli speranze, quelle della nostra generazione, ma che volete farci: in fondo c'è andata bene. Potevamo essere nati in Eritrea, per esempio.
Siete la voce di una generazione. Una generazione di merda. Possibile che non abbiate nemmeno la voglia di dire, almeno per una sola volta, un bel basta! Invece di: Vaffanculo o Mi Sono Rotto Il Cazzo?
Sono magre consolazioni e deboli speranze, quelle della nostra generazione, ma che volete farci: in fondo c'è andata bene. Potevamo essere nati in Eritrea, per esempio.
Siete la voce di una generazione. Una generazione di merda. Possibile che non abbiate nemmeno la voglia di dire, almeno per una sola volta, un bel basta! Invece di: Vaffanculo o Mi Sono Rotto Il Cazzo?
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