lunedì 2 marzo 2015

Lorenzo Senni - Superimpositions


A1. Happic
A2. Elegant, and never tiring
A3. Zeroth-Order Aproximation
A4. Superimposition
B1. Forever Headline
B2. xx1
B3. PointistillicT


Cos'è la musica se non un marginale contorno delle nostre vite? La maggior parte delle persone è convinta che la musica abbia come unico scopo quello di far stare bene, di accompagnare i film di alto profilo, le spese al supermercato e, in alcuni casi, anche le rare scopate d'alto bordo. Eppure non è affatto così, la musica può anche farti stare male, e quando dico questo non mi riferisco a certe tinte tristi come possono avere alcuni pezzi in tonalità di Re minore, ma anche all'effetto che i contorni di essa, ivi inclusi l'iperpropaganda di prodotti vomitevoli o privi di verve, possono avere sulla nostra psiche.
È con questo spirito che oggi, dall'alto della mia austerità, mi vedo costretto ad inquisire questo LP (o EP?) di Lorenzo Senni.
Sette tracce in tutto otto, strumenti in totale. Per chi lo avesse letto attentamente, è proprio così: ogni traccia ruota sostanzialmente attorno ad un unica matrice (sintetica). Il che non rappresenta un male in sé - ci sono concerti per un singolo strumento che mi hanno fatto arrovellare senza sosta per settimane – sebbene questo, purtroppo, non sia affatto il caso.

Inizio ad ascoltare il disco. Parte la prima traccia e dopo circa una trentina di secondi comincio a domandarmi dove sia il problema, il guasto - dopo un minuto il dubbio cresce. Arrivati a 5:41 il primo pezzo finisce, tendo a giustificare – in fin dei conti è il primo dell'album, l'intro, sarà sicuramente diverso dagli altri! Forse Senni voleva stupire ed ha finito per fare una schifezza. Respiro. Parte la seconda, ma la storia è la stessa, la terza, la quarta - uguale.... poi non so come ma arriva la settima ed il disco finisce: sono contento, ma solo che l'ascolto sia finito.
A disco terminato, ho più dubbi di prima. Ho speso davvero tutto questo tempo a sentire un'interminabile demo di factory presets di Microkorg? Non ho trovato assolutamente nessuno spunto lontanamente degno di nota: nessuna progressione, nessuna particolare ricerca melodica o armonica e la parte puramente sintetica lascia davvero a desiderare. Complessivamente, immagino che un prodotto del genere voglia proporsi come una specie di derivato dalla trance, per quanto mi riguarda non c'è niente di più che una manciata di arpeggi e sequenze prese da sole. Peraltro, l'unica traccia che sembra avere qualche vaga speranza è PointillisticT, che ha addirittura (pensate un po'!) due linee melodiche distinte, ma.... niente, non c'è sviluppo, è un coito interrotto.
Non è solo la TOTALE assenza di sezioni ritmiche a lasciarmi perplesso, ma la totale assenza di idee, spunti e studi. Questo disco è IL NULLA. Rivoglio i soldi indietro.
Venendo all'artista, diciamo che sulla carta non sembra neanche l'ultimo arrivato. Questo tizio vanta la presenza ad eventi come Club to Club, date estere di un certo rilievo e pubblicazioni su etichette nemmeno troppo sfigate. L'esperienza, evidentemente, ci insegna che questo elenco può anche essere solo fumo negli occhi. Se avevo dubbi riguardo al fatto che, nel 2015, sia più utile una laurea in economia che non un diploma al conservatorio per entrare nello showbiz della musica, questa ne è l'ennesima, lampante dimostrazione. Tralasciando, ovviamente, il valore della raccomandazione, specialmente in questo Bel Paesecostruito sulle tangenti e sulle mazzette.
Come avrete notato, non sono soddisfatto, rimango prodigo di domande ed avido di risposte. Una in particolare mi attanaglia le meningi: chi è che ascolta (davvero) questa roba? Immagino sia un amico del compositore, magari un altro mingherlino efebico (possibilmente milanese?) con barba folta, rayban, piercing e pantaloni risvoltati o forse in realtà neanche lui l'apprezza, ma finge di farlo perché convinto che sia una composizione di Qualità perché gliel'ha detto un amico con la barba come lui che si veste come lui e che probabilmente riconosce come più figo di lui. Sarà così?
Ammetto, con un pizzico di umiltà, la possibilità di non aver colto l'opera e che quindi sia io quello non sufficientemente competente per valutarla. Mi ritengo quindi aperto al raggiungimento del livello di conoscenza superiore necessario. E se qualcuno questa competenza ce l'ha, che per favore mi illumini!
Rovistando internet ho trovato questo video sul suo canale YouTube e sono arrivato alla conclusione che quelle di Senni siano un paio di braccia rubate alle luci - la lingua, non di certo non all'inglese – anche se questo esula dal discorso cardine.

Disclaimer: in questi casi la prima critica che viene mossa è: "Ma se vi fa schifo perchè ne parlate? Fate solo pubblicità". Acuta osservazione, Wilde sarebbe fiero di voi. Riguardo a questo punto potrei tranquillamente rinviarvi a questo articolo qui e qui e qui e qui.
Mi permetto di rispondere a priori. Innanzitutto non si tratta di un senso di schifo. Sul piano artistico, questo lavoro è così inconsistente che risulto totalmente apatico: c'è troppo poco per poter dare dei veri giudizi. A livello umano, invece, sono un disilluso, ma ogni volta che vedo due dita di seguito a fenomeni del genere il mio umore non ne giova. Inoltre, il dualismo della vita mi ha portato a credere che il Male vada riconosciuto ed etichettato, così che se ne debba parlare. Tuttavia, concludendo questa protorecensione, mi spiace di aver dedicato del tempo a tal proposito, perché se vi aspettavate, come nelle recensioni che vanno di moda oggi, una definizione precisa ed accademica di questo tipo di musica, ve la posso fornire in tre parole: perdita di tempo.

1 commento:

  1. Ho sentito parlare di questo Senni per caso, leggendo questo articolo su Prismomag: http://www.prismomag.com/musica-brutta/
    Secondo l'autore, la trance rientrerebbe tra la musica "brutta", e Senni le starebbe "ricostruendo la verginità".
    Ma io veramente boh...

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