sabato 29 agosto 2015

Eugenio's Secret Show


Che fortuna di assistere ad un concerto "outstage" (oggi parlo Renzish) di Eugenio Cesaro! Eugenio, massì, quello in via di Gioia. Proprio lui. Sì, è vero, sarò un po' fissato, o ripetitivo, ma d'altronde le mode vanno a periodi e gli Eugenio negli ultimi tempi vanno alla grande. Qualcosa mi dice che andrà a finire che questa rubrica la chiameremo Eugenzine o Viadigioiazine. C'è un po' di sproporzione. Anche se dubito che questo sarà l'ultimo articolo su di loro.
Ad ogni modo no, scusate, mi sono sbagliato. Fortuna un cazzo. 
La fortuna esiste, ma la saggezza popolare vuole che essa aiuti gli audaci.
Ed io infatti mi sono portato dietro una chitarra, la più brutta che avevo (l'undecisimo tasto del mi cantino suona solo con lo slide) per tentare il jammone in viadigioia. Mi è andata abbastanza male. Ho beccato una serie di amiconi di vecchia data ubriachi che stavano gettando la situazione dalle parti di Manu Chao, del genere, ultimo ripiego. Quando cominci a fare cose tipo "la minore sol el vento viene, por la carretera ecc" vuol dire che sei proprio alla frutta. Inoltre, stavo facendo piuttosto cacare. Dopo un primo delicato approccio gli EIVDG sono scappati verso il ping pong. Tuttavia, Eugenio si è fatto vivo proprio mentre uno sconosciuto mi ha fatto improvvisare una canzone degli Smiths e mi ha offerto un secret show di una decina di minuti, all'ombra della stazione, per concedermi una breve anteprima del nuovo disco.
Ed ha suonato alla grande, cazzo, in mezzo a commenti del tipo "Ragazzi, ma ve la tirate troppo poco" o "Cazzo, ma sei troppo bravo" (ma su questo tempo ne ho già parlato a suo tempo: se volete, sfogliate qualche articolo più indietro e la mia opinione è messa per filo e per segno anche fin troppo nei dettagli).
Ad ogni modo, quel vecchio volpone è proprio bravo. E spontaneo. La musica gli esce direttamente da dentro. Tre accordi, ingrana il ritmo e via, a raccontare. 
Se a suo tempo avevo persino pensato di consigliargli degli ascolti, oggi, dopo averlo ascoltato nella sua dimensione personale, mi rendo conto che non ha bisogno di nessun ulteriore background musicale, perché rischierebbe solo di essere un bastone tra le ruote e compromettere il flusso creativo in cui, da un paio d'anni a questa parte, si ritrova immerso.
A volte troppa teoria può essere solo d'impaccio. L'importante per ogni musicista è trovarsi a perfetto agio col suo livello attuale. Mr Cesaro questo livello lo ha trovato e sforna canzoni come una macchinetta, tant'è che si appresta ad incidere un nuovo album.
Le due nuove canzoni che ho sentito sono molto belle e mi hanno risollevato dalla delusione che mi ha dato l'ultima incisione. Si tratta di roba alla Ho Perso, ma con un testo favolesco, una storia lunghissima piena di metafore e rimandi, con una metrica bella incalzante, sostenuta da quel groove da picchiatore della chitarra invogliante all'ancheggiamento che è un po' ormai il marchio di fabbrica della band. Una sistemata ai cori (in realtà il pezzo è ancora in fase di elaborazione) e sarà sicuramente un nuovo cavallone da battaglia per i concerti in giro per lo stivale.
Qualcosa bolle in pentola, e l'odore è buono. Secondo me la band ha trovato il suo sound, o è un passo dal farlo.

Ancora una piccola curiosità? Va bene, dai.
Vi dirò che di mezzo un grillo. Non potevo? Massì, vabbé. Facciamo di sì, e se no sarà solo l'ennesima cosa fuori luogo che ho scritto.
In bocca al lupo, ragazzi.

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