mercoledì 22 novembre 2017

Le otto più grandi delusioni musicali italiane di questo 2017 - #6 /handlogic

Abbiamo preso di mira i The Circle (#8), piccoli artisti della mistificazione informatica con una carriera che ha marciato intorno ad un paragone col successo dei Coldplay su La Stampa, e Motta (#7), ennesima cospirazione indie, ennesima dimostrazione di una la critica solo presuntamente "di nicchia", che maschera in realtà un ammasso di pecoroni che corrono dietro al fenomeno di turno.
Una critica incapace di soppesare talenti e limiti, incapace di dare un peso specifico alle dichiarazioni degli artisti in questione, perché di Artisti si parla, ed un'artista viene giustificato in quanto tale a dire quello che gli pare (o NO?): insomma, incapace di fare del La Critica.
E critica è quello che stiamo facendo, e quello che stiamo continuando a fare. Qui, ora ed Oggi.
Per cui vi preannunZio che l'articolo di oggi parla di una band che mi piace bensì più di Motta, bensì più della Mia, bensì molto di più di tanta roba che compare sul panorama internazionale ed, anche se in parte mi sento un po' un coglione a scrivere questo articolo, è con questo dolore che mi costringo a chiamare in causa gli

/handlogic
#6 - Le otto più grandi delusioni musicali italiane di questo 2017

ossia
"Come lanciare una carriera grazie ad un caso di omonimia"



Qualcuno ha detto "belli e bravi".
Belli sicuramente- Non in questa foto, d'impatto per ragioni stilistiche ma ne ho viste altre che rendono maggiormente merito ai loro volti.
Però una cosa si può dire. BRAVI.
BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI
anzi forse è più giusto dire
BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI

 

Vi chiederete che cosa ci fanno qui. Ma voglio prendermi un po' di tempo prima di arrivare al punto. La mia delusione deriva dal fatto che questo quintetto (ad oggi quartetto a seguito dell'uscita di Vieri Cervelli) è tanto bravo quanto fortunato. Non so se si tratti di sincerità o di sincera invidia, ma io quando avevo 21 anni ero all'apice della mia creatività, ero costantemente sotto esercizio, ed ho avuto una sfiga bestiale che mi ha portato, tra un'amarezza e l'altra, ad aprire anche questo blog. Ora sono sicuramente più consapevole dei miei mezzi, ma fatico a prendere la chitarra in mano la sera, nonostante me lo riprometta ogni giorno da 4 anni a questa parte.
Gli /handlogic sono, invece, esattamente l'opposto, ossia la combinazione fortuita di tre fattori:
Talento, con la T maiuscola
Competenza, con la C due volte maiusCola
Omonimia
Prima di argomentarvi ulteriormente il motivo del mio sconforto, vi voglio dare le motivazioni per cui ritengo che gli /handlogic siano la band italiana dell'anno (e, fidatevi, questo non contraddice la loro presenza in questo lotto).
Ecco i miei motivi per cui li ritengo la band dell'anno:
1) hanno pubblicato un EP d'esordio che, per ricalcare pari pari le parole di Carlo Pastore (Radio 2) è "Pazzesco". E sotto ogni punto di vista. Impeccabile. Dala scelta musicale alle strutture armoniche, dal lavoro di cesello sulla pulizia del suono al format innevato che richiama le stesse "icy vocals" che il gruppo rivendica come tratto peculiare.

2) Si tratta, per la prima volta, di un gruppo che ha messo sul piatto una proposta musicale così credibile, così impeccabile, che la critica non ha potuto fare immediatamente a meno di inchinarsi e non c'è stato meccanismo di "gavetta" o "raccomandazione" - su cui questo Paese sembra, purtroppo, fondarsi - che abbia potuto confinare il fenomeno. Gli /handlogic, hanno, per così dire, piegato il Sistema. è in assoluto il primo caso di cui abbia sentito parlare in cui il pubblico, inclusi gli amici stessi della band, partecipi al concerto perché incuriosito dall'affollamento mediatico dovuto ad una critica musicale in estasi, pur mostrando una non indifferente difficoltà a comprendere la proposta musicale, che di per sé, è tutt'altro che semplice o scontata. Il pubblico, pertanto, è costretto, per così dire, a fare uno sforzo di ascolto, che è un meccanismo che, nella stragrande maggioranza dei casi, non s'innesca mai: una vera manna, per questo Paese!
  Non da meno, un miracolo per una regione musicalmente (e culturalmente, ahimé) chiusa come la Toscana, dove pullulano le cover band, dove persino al Jazz Fringe Festival di Firenze il compito di aprire è stato attribuito ad una fanfara - rigorosamente composta da musicisti locali - che tra una strizzatina d'occhio e l'altra al pubblico si è messa persino a suonare il tema di Despacito (chi c'era se lo ricorderà ridendo, ma io dentro piangevo...)

3) Sono la prima band a cui io devo inchinarmi personalmente, nonostante in questo blog abbia precedentemente guardato dall'alto in basso anche gente considerata ormai un Mostro Sacro (come lo stesso Motta), perché mettono in gioco una conoscenza musicale che non mi appartiene. Fanno un discorso musicale che, in parte, stento a comprendere. Si tratta di una generazione giovane e fresca (mi sembra del '96) che, a fianco ad una conoscenza delle migliori novità in campo di elettronica (e sì facciamo di nuovo i nomi di Thom Yorke e degli Alt J), RNB (James Blake) e rap (Kendrick Lamar su tutti), affianca un'invidiabile preparazione che comprende la formazione classica, l'accademismo di stampo jazz, la passione per il prog-rock degli anni 70 e per le armonie vocali di stampo folk americano. Di fronte a questo tipo di armi, non posso ritrovarmi che spiazzato, perché questi ragazzi hanno degli strumenti che non mi appartengono, e probabilmente non mi apparterrano mai.

 

4) Sono la prima band italiana "nerd", che mette su un piatto un fenomeno globale, quello dell'attitudine di comporre la musica a partire dal computer, portandola solo in fase successiva in sala, che è diffuso in tutto il globo e che forse finora in Italia - produttori e musica elettronica a parte - è rappresentata forse solo da Iosonouncane. La differenza, però, è che Iosonouncane è un "attempato" spippolatore, appassionato più che musicista, e per nulla florido, dal momento che ha messo al mondo 2 ep in più di cinque anni di carriera, mentre questi sono già dei professionisti ed ancora non lo sanno. Per "nerd" si intende inoltre quella dimensione da fissati, appassionati-ossessionati della musica, per le armonie, da cui nasce la meticolosità nel delineare le sequenze armoniche e la cura del dettaglio che contraddistingue la band, anche nel nome ("hand", mano, e "logic", logica).

5) Gli /handlogic sono una band che nasce a tavolino, dalla volontà di mettere il cervello al primo posto, anzi, prima della composizione, così da non avere d'impaccio l'istinto, il grido, il latrato interiore che può anche ostacolare la lucidità necessaria alla composizione stessa. Questo aspetto, pur rimanendo una ben ponderata scelta artistica, forse rappresenta il loro limite, ma potrebbe anche trasformarsi in un pregio in futuro, se gli /handlogic decidessero di colpo di uscire dai loro schemi e ci travolgessero un'altra volta, scombinando completamente le carte.
Ciononostante, è evidente che sia stata proprio la volontà di tagliare tutte le idee di troppo, di semplificare, di ridurre tutto ad una dimensione minimale a rendere il loro EP un piccolo capolavoro. Solo questo approccio - Mogwai ed Alt J insegnano - può permettere di trasformare delle idee complesse in idee "apparentemente" semplici, a conferire personalità inedita, a creare giochi di rimandi che "oltrepassano" la trama musicale stessa.

 

6) Sono una band volutamente anticommerciale in quanto nella stesura compositiva c'è un evidente intenzione di imprimere ritornelli non cantabili, difficili da assimilare e ricordare, che richiamano ai fraseggi jazz nei passaggi di armonia modale.
Ora, se non ci credete, provate a canticchiare il ritornello di Earplugs.


Ma dove sta, quindi, la delusione?
La delusione sta nel fatto che tutto questo, tutto questa bellissima creazione, questa piccola Opera D'Arte, nasce da quella che potremmo chiamare affettuosamente una "bugia bianca".

Alcuni di voi sapranno che facebook permette di modificare il nome ad una pagina una volta. Una volta sola. In questo modo, se un progetto cambia improvvisamente nome, non c'è bisogno di creare da capo la pagina, di mettersi sotto a pregare gli amici di mettere i like, eccetera.
Lo stesso capitò agli /handlogic, che all'epoca del cambio del nome, avevano circa 20mila fans (più o meno quasi il doppio di quelli attuali). Mi ricordo che rimasi alquanto sorpreso dalla cosa. Va bene che hanno vinto il Rock Contest, ma non stiamo mica parlando dell'esposizione mediatica di X-Factor? Questi sono nati ieri! Così mi rivolsi ad una persona vicina al gruppo da anni e mi spiegò che la band aveva appena cambiato nome alla pagina invece che crearne una nuova, perché quella vecchia, per via di un fortuito caso di omonimia con una band famosa in sudamerica, abbondava di fan. Insomma, un giochino innocuo.
Ad oggi, infatti, la pagina del gruppo ha circa 13mila fans. Si può dire che sia un po' anomalo che una band, mano mano che ottiene il successo nel proprio paese, veda dimezzarsi il numero di fan su facebook.
Tuttavia, come i The Circle ben sapevano (dal momento che ci hanno vissuto sopra), i like contano tantissimo. Altrimenti, se solo la critica avrebbe importanza, e io non starei a scrivere su un blog di merda, ma probabilmente sarei stipendiato da una rivista di genere e nel fine settimana farei ancora il musicista con la mia vecchia band, gli /handlogic suonerebbero in TV e sarebbero già ospiti al festival di Glanstonsbury, Rovazzi continuerebbe ad essere uno dei tanti minchioni del web, di Bello Figo non sentirebbe parlare nessuno e non ci sarebbero mai stati Berlusconi, né Mussolini, né Trump di sorta.
Però non avevo considerato questo.
Gli /handlogic vengono fuori, ancora prima del Rock Contest, come vincitori del concorso 100 band. Mi ero chiesto, infatti, come avesse fatto una band senza etichetta, senza disco, senza praticamente nulla, con una semplice descrizione del proprio progetto, ad ottenere i 5000€ messi in palio dalla regione Toscana. Insomma, non è che 5000€ te li smollo per niente.
Il punto è che puoi avere anche un sogno, ma se non hai i mezzi per realizzarlo, non vai da nessuna parte. Cosa sarebbe stato di Steve Jobs senza qualcuno che finanziasse le sue idee?
Nel caso degli /handlogic, è stata la fortuita coincidenza del nome della vecchia band a dare la spintarella necessaria. La regione Toscana ha visto dei numeri alti, anzi, clamorosamente alti, ed ha pensato che valesse la pena investire.
  Grazie al finanziamento, la band è entrata in un circolo virtuoso. Ha potuto realizzare il disco, su cui ha gestito le proprie carte impeccabilmente, concentrando tutti gli sforzi su solo 4 pezzi anziché rischiare la carta dell'album lungo a rischio effetto noia. Si è messa in contatto con The Factory Prd. che messo al servizio una crew professionale per la realizzazione del video promozionale di Arles. Inoltre, si è fatta un ufficio stampa. Questo ha permesso di arrivare al Rock Contest in gran forma e col migliore biglietto di presentazione possibile.
Fermo restando che non saprei indicare una, anzi mezza persona più indicata al mondo per avere questo tipo di spintarella che Lorenzo Pellegrini, questo non toglie che una botta di culo rimanga una botta di culo.
Dove sarebbero gli /handlogic oggi, senza i mezzi per produrre un buon disco, senza un ufficio stampa, un manager, un booking?
A cercare i soldi per realizzare il disco in uno studio un po' più economico.
Ad averlo realizzato con economia di mezzi, ritrovandosi davanti una critica meno entusiastica che li avrebbe confinati nel giro dei pub di provincia, a suonare musica improponibile per il pubblico ignorante che si aspettava la cover band di Vasco.
Sotto la pressione costante di genitori che li vorrebbero probabilmente a destinare le loro energie nello studio e nel lavoro, anziché dissiparsi in passatempi che mettono in testa stranee idee.
O forse no, mi sbaglio, forse ce l'avrebbero fatta ugualmente. Lorenzo aveva già partecipato alla finale del Rock Contest...a soli 15 anni! In un modo e nell'altro sarebbe uscito comunque.
Quel che è certo è che non sarebbero già dove sono adesso.
Non dico cazzate.


All'epoca che uscì questa foto, ossia a dicembre dell'anno scorso, subito dopo la vittoria al Rock Contest, mi resi subito conto che il numero dei fan della band era intorno ai 26mila, così utilizzai un software esterno per verificare quanti fossero effettivamente i fan italiani, e mi resi conto che era una percentuale circa dell'8%. Potete verificarlo anche voi, basta andare su fbcheck.com.
Ad oggi i fan sono circa 13mila, e lo zoccolo italiano è di 3008, una percentuale che rimane comunque ancora inferiore al 25%.  Più probabile, sicuramente, ma non abbastanza per una band che non ha ancora messo piede fuori dallo stivale, e non ha ancora avuto un grosso exploit internazionale.
Sono sicuro, tuttavia, che un tour inglese potrebbe andare in porto.


Questa non è gente che compra i like. Questa è gente che si esprime innanzitutto con la musica.
In fondo, alla fine la vita è un po' così. Sono solo forse io che non riesco ad accettare l'idea che senza un po' di fortuna i sogni s'inabissano. Questa è la mia delusione. E meno male che, ogni tanto, le botte di fortuna succedono anche a quelli che se le meritano.


Porca puttana. Sono pure simpatici.

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