domenica 21 dicembre 2014

Lezioni di Lindy Hop con Betty Boop



Una cosa che mi piace moltissimo della vita è che, per quanto monotona possa facilmente diventare, per quanto le persone che hai intorno finiscano, e non mi riferisco ad una situazione particolare ma a qualcosa che probabilmente ha a che fare col senso stesso dell'esistenza, per deluderti, prima o poi accade sempre un fatto che ti dà una piccola scossa.
C'è sempre speranza. Una piccola crepa ti rivela un dettaglio che non avevi notato in una parete che fissavi da anni. Una persona a cui sei molto affezionato ti dice addio per sempre, ed ecco che ne spunta un'altra che credevi ormai solo un fantasma del tuo passato. Sono le piccole cose che fanno sentire vivo ed aiutano non nei momenti che si potrebbero considerare difficili (di per sé necessari in quanto  permettono di apprezzare la bellezza di altre situazioni), ma in quelli che sono proprio i peggiori, quelli che concediamo troppo facilmente al tedio ed alla noia per via di un generale disprezzo della monotonia della vita e per l'eccessiva idiosincrasia che finiamo per mostrare nei confronti del prossimo.
Lo scorso fine settimana mi sono recato a Torino per assistere dietro alle quinte alla realizzazione del concerto dal balconcino in Via Mercanti (articolo per il quale sto ancora raccogliendo le idee) ma la scoperta più interessante che ho fatto è venuta fuori discutendo di Chinese Man davanti ad un piatto di coniglio alla senape ed ad un cannone. 
Me ne stavo seduto al tavolo con la mia amica Serena ed il suo ragazzo, un tipo col quale è rimasta incastrata di recente in una relazione morbosa e soffocante. Premetto che questo tizio sarebbe anche sveglio e simpatico, se non si fumasse tre quarti delle sue entrate economiche. Voglio dire, che se li fumi pure quei tre quarti, ciò che mi dà sui nervi è quel suo modo di andarsene in giro tutto fumato mentre pretende di comportarsi come se fosse perfettamente sobrio. Questo tipo, insomma, è un vero spaccone. Ha sempre la sparata facile e gli piace dare delle boccate molto forti alle sigarette mentre le tiene ferme con due dita, coprendosi praticamente mezzo volto mentre lo fa, socchiudendo gli occhi come un vero macho.
Mi stavo giusto sorbendo un suo eloquio a proposito del vantaggio di avere una sigaretta molto lunga rispetto al drummino rollato, con tanto di digressione verso l'importanza della gestualità e della maniera in cui si può guardare una donna mentre si aspirano boccate intense. Serena stava lì, appollaiata sulle sue gambe, stretta dal suo braccio invadente intorno al collo, a sorbirsi quello stupido monologo e a fissarmi con i suoi occhietti rossi ed umidi quasi come se volesse chiedermi aiuto, quando d'improvviso ebbe il guizzo d'alzarsi e mettere qualcosa di Chinese Man, così da trovare una scusa per allontanarsi. Del resto, anch'io a quel punto sentivo una gran necessità di levarmi dai piedi. Non riuscivo a starmene lì incollato alla sedia a sorbirmi quei discorsi a metà tra il litigio e la supplica, con tutti quei pucci e quegli amo e quegli sguardi che dicono esattamente il contrario, e tutto quel THC che mi stava scorrendo in corpo in corpo mi stava rendendo un tantino troppo irrequieto. Così mi alzai in piedi, improvvisai un passetto in maniera molto, molto goffa e scorsi sullo schermo l'immagine di Betty Boop.

 
Betty Boop.
Mi era sempre stata sul culo quella puttanella.
Eppure Betty Boop era nel video di Chinese Man, che sono dei tipi a posto. Stupida moda degli anni 30. Ma non erano i venti, poi, che stavano tornando di moda? Secondo me la gente fa una gran confusione. In fin dei conti, credo si faccia un sacco di confusione in generale, quando si tratta di musica anteguerra: l'interesse si limita all'imparare i passi giusti, farsi crescere i baffi giusti, e portarsi a letto le pulzelle giuste, perché di questi tempi nessuno approccia le mode senza un secondo fine, e quelli che non lo fanno si ritrovano come me dietro ad un computer a scrivere blog che non saranno letti da nessuno. L'importante è che non comincino a confondermi Bird con Reinhardt, perché a quel punto comincerò ad incazzarmi sul serio (no, non li metto i collegamenti ai nomi, lo dovete sapere da soli di chi si tratta).


"Cosa cazzo c'entra Betty Boop con Chinese Man?" Ho detto. "Perché un artista così valido accosta la sua musica a quella sciaquetta da due soldi?" In realtà ignoravo quasi completamente chi fosse Betty Boop. Ha sempre rappresentato un'immagine fastidiosa della mia infanzia, un po' come quei videogiochi dove le cose potevano andare veramente a finire male e non c'era il checkpoint, la seconda vita o robe del genere. Betty Boop, con quell'aria efebica che aveva in Chi Ha Incastrato Roger Rabbit, con quella voce stridula che da bambino mi riusciva insopportabile e che invece ora associo a certi mugolii che mi rimandano direttamente (fortunatamente) ad alcuni dei momenti più belli della mia vita. 

 
È stato proprio allora che quello spaccone tutto fuso, senza stare ad argomentare, mi ha detto: "Si vede che allora non conosci proprio per niente la vecchia Betty. Tu hai mai visto The Old Man Of The Mountain?". E così ci siamo guardati questo video:


Non credevo ai miei occhi.
Betty Boop duetta con Cab Calloway! Sì, proprio lui, il tipo di Minnie The Moocher. È stata una delle scoperte più belle degli ultimi due anni. Un'icona negativa della mia infanzia, di colpo, si è trasformata in uno dei miei idoli.
The Old Man Of The Mountain non è un caso isolato. L'intera serie di cartoni di Betty Boop, oltre che a dare un'immagine facile da trovare su cui i militari americani potessero masturbarsi quando erano lontani dalle loro mogli, era costruita sulle musiche di quegli anni, con particolare riguardo verso le movenze degli hoppers, i ballerini di swing, ed un'attenzione del tutto particolare verso le note eseguite dalle big band e le prodezze vocali dei cantanti. Nulla è lasciato al caso! Ogni singolo frame è costruito mediante una rigorosa attenzione ad ogni singolo dettaglio dell'esecuzione musicale. 
I cartoni di Betty Boop (doppiata dalla cantante Mae Questel) rappresentano una delle vette artistiche più alte raggiunte negli anni 30. Irriverenti ed a tratti quasi provocatori, i disegni sono studiati solo come contorno per la musica, che è l'unica, reale protagonista.
Ed il ballo ha un ruolo fondamentale. Qui ci sono lezioni di danza per gli anni a venire. Guardate Koko the Clown in questa versione di Biancaneve (sempre con il vecchio Cab).


(questa è la versione intera del cartone)

Ed è anche doveroso citare la versione animata della stessa Minnie The Moocher, uno dei primi cartoni in assoluto della sex symbol animata. La canzone riuscì a vendere circa un milione di copie in un periodo in cui a poterla ascoltare erano probabilmente in cinquecentomila. 


E ritornando a Chinese Man, la canzone campionata era Humming To Myself, un pezzo classico del 1932 interpretato per primo dalla cantante Conne Boswell.

 
Anche se la versione campionata era questa.


... e non manca l'interpretazione della stessa Betty:

... la quale, del resto, si limita a prestare solo il proprio corpo, e non la voce, nel video di Chinese Man. Arrivato a questo punto vi ho già fatto una testa tanta su questo nome, quindi tanto vale che inserisca anche la canzone di CM che preferisco:


Ma, del resto, questo non ha troppa importanza. Ciò che invece conta è che, quando sono triste, o mi annoio, posso sempre sperare in un cartone di Betty Boop per tirarmi su il morale.
Perché, alla fine dei conti, se perle di questo genere possono rimanere nascoste ai nostri occhi per tutti questi anni, allora chissà quanto dev'essere ancora interessante da scoprire il mondo, la vita, tutto quanto.

domenica 7 dicembre 2014

Chemical Wakes – When Do You Want To Be Okay?



Treason
The Waiting
Scattered Son
Ansia




Sono arrivati gli sbarbi. Dico così non perché ce l'ho con i Chemical Wakes, ma è che sono proprio giovani. È la prima volta che mi capita di recensire degli sbarbi. Ma io li rispetto anche nella sbarbitudine, quindi non cercherò di essere delicato e gentile, ma mi rivolgerò a loro come se fossimo in un rapporto inter pares.


Cominciamo dal nome. Ecco, se pensate che questo abbia qualcosa a che fare con la Chimica, lasciate perdere. Probabilmente i Chemical Wakes non sanno né che cos'è la chiralità e la loro conoscenza della chimica si ferma a Walther White ed alle famose scie degli aerei.  Anzi, sono quasi sicuro che escono più probabilmente fuori da una facoltà come Scienze della formazione (del resto, lo stereotipo vuole che, gli studenti delle facoltà scientifiche, quando smettono di masturbarsi compulsivamente, si dedichino alla musica brutale come quella a cui abbiamo reso merito – ma perché poi? - nel precedente post). Quindi fermiamoci un attimo sul nome. Chemical Wakes. Che cosa vuol dire?
Scie chimiche. Cominciamo male. Anzi, malissimo. Innanzitutto, la denominazione corretta è chemtrails, tutto attaccato, però del resto bisognerebbe andare a controllare su wikipedia.
Allora diamo delle lezioni di chimica alle scie chimiche. 


La materia, così come noi la conosciamo, si trova allo stato bulk, che in termini semplici potrei descrivervi come macro. Ad esempio, la vostra mano, un tavolo. Quando scendiamo nel piccolo (e per piccolo, mi riferisco piccolo piccolo, tipo un miliardesimo di metro), siamo nel nanoscopico. Le particelle di grandezza nanoscopiche sono dette nanoparticelle e sono molto studiate in ambito chimico e fisico in quanto, a differenza dei corrispettivi materiali bulk, presentano delle proprietà fisiche (tipo, la capacità termica) che non sono costanti ma dipendono dalla dimensione. In termini semplici: se prendo un pezzo di ghiaccio si scioglie a zero gradi, che sia grande due centimentri o dieci chilometri. Il nanocristallo di ghiaccio no. Se è grande dieci o cento nanometri ci sarà una differenza enorme nella temperatura di fusione. Questo perché, avendo uno spessore infinitesimale rispetto all'area superficiale, l'energia superficiale del cristallo nanoscopico è notevolmente superiore a quello del ghiaccio che tirate fuori dal frigo. Ergo, quando un aereo viaggia a 5000-8000 metri d'altezza fa piuttosto freddo fuori. Il motore rilascia nell'area una serie di nanoparticelle di acqua (sospensione colloidale) che congelano all'istante, ma richiedono molta energia per essere evaporate. Ecco il motivo per cui la scia dei motori dietro all'aereo rimangono per un certo periodo di tempo. Si tratta di...GHIACCIO, e non di sostanze chimiche che s'insinuano nel nostro cervello e ci fanno votare Berlusconi. E vi assicuro che gli alieni non c'entrano nulla: il resto son cose da grillini ignoranti.

Bene, lezione finita, adesso torniamo alla musica.
Primo consiglio,quindi: cambiate nome (lo so, l'avete già fatto una volta: è noioso) prima che qualcuno vi metta in ridicolo. Oltretutto, c'è bisogno di un format che vi colleghi meglio alla musica. Nome copertina titolo. La copertina va bene, il logo del gruppo pure, è il resto che stona. Pensateci.
Ma parliamo di M U S I C A.
Questa è musica da sbarbi. Anzi, da sbarbe. I Chemical Wakes sono quattro ragazzini di Torino, che avevano già dato alla luce il progetto The Morgellons.  Le due parole chiave sono le stesse tre che ci hanno martellato i coglioni negli ultimi 8 anni (e, in realtà, negli ultimi trenta): indie new wave. Nulla di più, nulla di meno.
Intendo dire, l'ep dei Chemical Wakes è ben fatto. I suoni sono perfetti, gli arrangiamenti pure. Le chitarre sono pulite, non ci sono errori tecnici, la batteria è triggerata quando dev'esserlo, i coretti sono a posto, il synth ha quel suono che tutti cercano. Il problema di questa perfezione apparente è che non arriva da nessuna parte: e questo probabilmente perché non sono una adolescente sedicenne che sta scoprendo la propria sessualità.
Cari Chemical Wakes, il vostro Ep tutto sommato è carino, posso ascoltarlo con tranquillità mentre mi cimento nello studio, ma mi scivola addosso esattamente come gli ultimi film di Woody Allen. Sì. Ecco un ottimo paragone. E non sto parlando di To Rome With Love, quello fa proprio cagare.
La recensione potrebbe finire qui, ma del resto siete giovani e credo di potervi ancora spiegare meglio che cosa intendo. Oltretutto, ho dedicato un bel po' di tempo per arrivare fino a qui e tanto vale che continui. 
Andiamo a vedere le cose un poco più nel dettaglio. Allora partiamo dal singolone: Treason


Il pezzo è fatto bene, anche se l'introduzione con gli armonici mi ricorda qualcosa di terribilmente già sentito (non mi viene in mente niente, però, sono un pessimo critico musicale). Le schitarrate che preludono al ritornello col coro, poi di nuovo strofa, il break finale, il riff che ritorna, tutto prevedibile. Il testo funziona (anche se non vuol dire niente), ma suona tutto terribilmente come se aveste deciso di fare la canzone di qualcun altro. Quello che intendo dire è che la canzone non vi appartiene. Potrei tranquillamente confondervi con un migliaio di altri gruppi che facevano la stessa musica a Sheffield circa dieci anni fa, ed almeno con altre cinque band solo a Torino, ma questo non toglie che potreste vedermi ballare mentre la suonate.
Ripeto: non vi appartiene. Vi appartiene la volontà di riprodurre uno stereotipo (in questo caso, il singolo indie new wave trascinante, facciamo alcuni nomi? White Lies, Editors, Franz Ferdinand – siamo contenti adesso?) si riflette proprio nel fatto che volete cantare in inglese quando neanche padroneggiate bene la lingua. Welcome regge il complemento oggetto solo se in seguito viene specificata la situazione, ad esempio:

oppure dalla canzone di Joan Baez, Welcome Me, che però in realtà dice welcome me to the city of angels
In caso contrario, si dice Welcome To sb.
Sono sottigliezze, è vero, ma il fatto è che se non le curate o 1) risultate ridicoli, a meno che non continuiate ad esibirvi in Italia (ed in questo caso, forse è meglio se smettete di commentare le foto delle sale prove in Inglese, perché tanto i vostri followers è già tanto se arrivano a Milano) o 2) evidentemente non ritenete che il significato del testo sia importante. Ma io non vi condanno per questo: vi sto semplicemente dicendo quello che le altre riviste lecchine non hanno le palle di dirvi o semplicemente non sono capaci di capire: e lo faccio perché mi dedico con tutto il cuore a fare le recensioni. Avete un futuro davanti ed un migliaio di fan: chiaritevi le idee e tirate dritto.
Sulla seconda canzone, The Waiting, mi limito a dire questo:


e passo oltre. Scattered Son, con il suo testo esistenziale del problematico rapporto di coppia, è ancora più prevedibile dei secondi pezzi. Ha un andamento irresistibilmente ketchy col suo giro quasi alla A-/F/C/G e il rullante che spara colpi di cannone. Il tutto sarebbe abbastanza sopportabile se non ci fosse quel oh-oh nasale che sa di retorico e basta. Devo dire che mi sono leggermente sopreso per la variazione di melodia a 3:30 circa. Sono idee a cui bisognerebbe dare più spazio: ma del resto, anche qui, l'idea è quella di ricalcare il modus operandi delle band che vanno di moda negli ultimi anni, che vuole che ogni tanto si faccia un po' di variazioni semitonali per infinocchiare l'ascoltatore che non se l'aspetta e fargli credere di essere dei grandi geni. Vi sfido a fare un pezzo di tre minuti su una melodia del genere, eppure potreste tranquillamente provarci.
Ansia è un pezzo ben fatto, ma rispetto agli altri manca di quelle aperture melodiche. In questo senso toglie il respiro, perché si può definire solo in un modo: pallosa.
Tornando quindi ai Chemical Wakes, vi faccio comunque i miei complimenti perché alla vostra tenera età siete già riusciti a sfornare un dischetto coeso, con un livello medio compositivo tutto sommato discreto e che dimostra una notevole padronanza degli strumenti e, soprattutto, del linguaggio compositivo proprio di un genere (la indie new wave). Questo però non è il punto d'arrivo, ma quello d'inizio. Adesso si fa sul serio.

VOTO: 55


facebook.com/chemicalwakes

Fabrizio Garberoglio- Voce, synth
Luca Tomaino - Chitarra, cori

Matteo Spada Sabato - Basso

Giulio Bardi - Batteria


mercoledì 3 dicembre 2014

Black Metal

Il Nero.
Un giorno delle persone si svegliarono nei loro lunghi capelli e decisero che il metallo doveva essere verniciato, di nero. È proprio così che i Venom fecero uscire il loro album più celebre: Black Metal.


Dall'82 ad oggi sono cambiate molte cose, musica compresa, ma non l'amore per il black.
Ora non ci occuperemo di cose eccessivamente datate, piuttosto di materia fagocitata negli ultimi anni, senza alcun intento storiografico.
Questo caricatore pieno di tracce sparerà proiettili abbastanza diversi tra loro, in automatico, con rate (/reɪt/) di fuoco variabile, munizioni blindatissime.
Dissero: "black metal ist krieg” e questo è fatto per annerire anche voi.

Per quanto mi riguarda è un inno tutto l'album (Howl Mockery at the Cross). Quel ragazzo tranquillo (troppo forse) sa il fatto suo.

#1 Leviathan - Summoning Lupine


Sono immortali, davvero. Il secondo video più bello dopo The call of the wintermoon.

#2 Immortal – Blashyrkh


Un'autostrada di suoni larga un muro ti sta investendo in pieno, non puoi farci un cazzo.

#3 Nortt - Af Døde


Ok, i Celtic Frost non sono troppo black in genere, ma è l'eccezione che conferma la regola.
Da ascoltare Tassativamente da soli al buio.

#4 Celtic Frost – Totengott


Ogni giorno che passa sogno di vivere in epoca sovietica.

#5 N.K.V.D-Incipit SSSR


Chiaramente una band da sagra di paese, ma con 4 distorsori in serie.

#6 Gorgoroth - Sign of an Open Eye


Lambiamo le coste frastagliate del Symphonic, del resto è symphonic black, per essere completi. E visto che non è black puro lo facciamo cantare a loro.

#7 Dimmu Borgir – Puritania


Non avrei voluto inserirlo, ma poi mi sono sentito in colpa, in fondo scrivere musica in prigione è bello tanto quanto è bello Filosofem. Sarebbe piaciuto anche ad Euronymous .

#8 Burzum – Dunkelheit


Viviamo sapendo che nessuno verrà al nostro funerale.

#9 Dark Funeral - My Funeral


Completezza.

Qui potete ascoltare l'album di cui parlammo in incipit.
Venom - Black Metal (Full Album): 


Altre scuole di pensiero vedono l'inzio del black metal qui:
Dick “Slaughtered Goat” Dale – Misirlou: 


Si, è quella di Pulp Fiction, ma quello non è un film black metal, è solo una storia, come tutti i film di Tarantino. Ora potete crocifiggermi e impalarmi come una capra ad un concerto dei Marduk in Polonia.

Arrivato qui provo un senso di incompletezza interiore, onde cui vado a farmi una passeggiata nella foresta.